L’arrangiamento creativo
Non esiste un arrangiamento se non si riesce a creare un’atmosfera (basta una sola atmosfera e anche ben caratterizzata).
Ecco la differenza tra un semplice ACCOMPAGNAMENTO e un ARRANGIAMENTO.
Dopo l’ascolto di un brano, la sua “scia” deve rimanere nell’aria, come se fosse un profumo che permane piacevolmente nell’ambiente.
Divagazioni, suggerimenti, ascolti musicali scelti da Giulio Clementi
America Suite, (00′) Horse With No Name; (1′ 01″) Survival; (1’36”) Ventura Highway
L’arrangiamento di un brano è un’operazione di straordinaria importanza, lontanissima dall’idea del semplice «rivestimento» o della banale «incorniciatura». L’arrangiatore è colui che prende in consegna gli ingredienti essenziali di una composizione (ovvero il tema melodico, il testo, le armonizzazioni di base), li analizza con grande attenzione e, a volte senza nemmeno modificarli, li ripropone immergendoli in un’atmosfera di suggestione, di incanto, in un contesto musicale capace di trasmettere all’ascoltatore sentimenti di piacere, di gioia, di eccitazione, di emozione e anche di commozione.
Tutto questo grazie ad un uso sapientissimo dei suoni, degli strumenti dell’orchestra, dei ritmi, degli effetti elettronici, ma anche grazie alla capacità di smontare e ricomporre il brano, di saper inventare una particolare introduzione, uno speciale finale ad effetto, o particolari cambiamenti di tonalità, l’uso raffinato delle voci, dei cori,…
In questi nostri incontri impareremo ad esplorare questo affascinante lavoro, soprattutto mettendo a confronto esempi significativi dalla letteratura musicale, in tutti gli stili e per tutte le formazioni strumentali. Stay tuned!
Gli America e il sound della West Coast
In America Suite posssamo ascoltare in successione tre dei più famosi brani degli America, e forse tra i più amati ed ascoltati brani al mondo. Bastano pochissimi accordi iniziali della chitarra in Horse With No Name per essere trasportati nel sound West Coast, nelle atmosfere soft-rock-country che hanno contrassegnato gli anni ’70. Non c’è band, o chitarrista, che non abbiano provato a ricreare la bellezza perfetta e vincente della successione offerta dal semplice MI- e dal RE6/add9, suonati sfruttando le risonanze delle tante corde vuote (e soprattutto dall’insistenza delle note MI e SI in entrambi gli accordi), con conseguente risultato di un’armonia sospesa, aerea, leggermente psichedelica: l’atmosfera perfetta e intrigante per collegare la parola “Horse” ad un duplice significato (eroina).
Potremmo dire che, in tutti e tre i brani, l’arrangiamento sgorga direttamente dallo strumento chitarra, dalla successione degli accordi e dalla ritmica delle pennate (lo strumming), dosate alla perfezione.
2 Comments
Really enjoyed this article post. Really thank you! Fantastic. Christabella Fidel Sitra
Thank you, it’s a very kind of you. I love the sound of America. Giulio from Florence Italy.
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